Riflessioni su “Un mondo alla deriva”
- Pubblicato da Adolfo Capitelli
- il 12 Dicembre 2012
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- Charles Rosen, Mondo alla deriva
Cari Amici, questo mese nessuna riflessione su problemi tecnici,su aspetti della Storia della Musica,su problematiche varie relative all’approccio allo strumento, ma solo uno sfogo personale dovuto alla situazione che il mondo della musica e noi musicisti stiamo vivendo e al rispetto inesistente nei confronti dello stesso e degli stessi.
Non voglio fare demagogia o discorsi populistici,ma prendere semplicemente atto, se mai ce ne fosse ancora bisogno, della pochezza in cui mi ritrovo (ci ritroviamo?) a vivere. Sono passate solo poche ore dalla scomparsa di un grande personaggio della musica: Charles Rosen. Voi avete avuto notizia di tale avvenimento dai maggiori notiziari televisivi, dai siti web più frequentati o altro del genere? Io personalmente no! Però “guardando un po’ in giro per la rete” si trovano in prima pagina discutibili personaggi politici, improponibili immagini da baccanale e “notizie importantissime” relative alle diete delle stars, alle temperature del giorno e tutto ciò che di inutile può esserci.
Insomma, poco più di un secolo fa, ogni casa, ogni retrobottega erano fornite/i di un pianoforte, si andava a teatro, ci si riuniva ad ascoltare musica, si leggeva, si discuteva di filosofia e poi, come è giusto che sia, si parlava di affari, di donne, di sciocchezzuole varie.
Oggi sopravvive solo la seconda parte di tale descrizione, salvo qualche rara eccezione che mi è capitato di poter presenziare (Dio sia lodato!) e allo scomparire di un grande personaggio nessuno presta attenzione se non i soli canali tematici a questo ruolo preposti.
L’uomo si è impoverito, ha perso i valori, la sua dignità, il rispetto delle regole e dell’altro …. la poesia della vita è morta e sepolta, la passione viene fuori solo a sprazzi e il menefreghismo è la moda più facile e comune da seguire.
Finisco qui perché ciò che scrivo mi amareggia e sarebbe solo il prologo di un discorso ben più lungo e duro da digerire.
Ciao Charles!
(Adolfo Capitelli, 12 dicembre 2012)
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